Letteratura e fotografia non dialogano mai abbastanza. Le parole per descrivere le immagini non trovano con la giusta frequenza spazio per essere composte. “La memoria dei muri” rappresenta una occasione in questo senso. Per chi come me scrive, di misurarsi con le immagini. Perchi lavora con gli scatti fotografici, di confrontarsi con le parole. Descrivere aiuta a vedere.
Imparare a osservare aiuta a descrivere. Scatto e parola non vanno posti come forme di espressione differenti. Sono istanti della comprensione artistica che quanto più vanno insieme, tanto meglio restituiscono allo spettatore/lettore la realtà. Una sinergia, quella tra leggere e guardare, capace di lasciare addosso la pienezza di avere almeno sfiorato la comprensione di qualcosa.
La luce che le pietre e i marmi di queste fotografie rimandano, è quella della storia. Le parole stanno al servizio di un lungo filo di memoria. Un filo che da capitelli, cupole e colonne arriva a trasferirsi nell’acqua delle fontane, sui sorrisi delle statue, sulle iscrizioni delle lapidi. Come dire: è solo insieme che occhio e bocca, sguardo e scrittura, potranno regalare la pienezza della memoria.
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Titolo: LA MEMORIA DEI MURI
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Anno: 2005
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A cura di: GRUPPO SPA
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Lingua: Italiano / Inglese
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Pagine: 21